Franco Gallo

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Franco Gallo
Il presidente Gallo al Quirinale dopo la sua elezione.

Presidente della Corte costituzionale
Durata mandato29 gennaio 2013 –
16 settembre 2013
PredecessoreAlfonso Quaranta
SuccessoreGaetano Silvestri

Giudice costituzionale della Repubblica Italiana
Durata mandato16 settembre 2004 –
16 settembre 2013
PredecessoreGustavo Zagrebelsky
SuccessoreGiuliano Amato
Tipo nominaNomina da parte del Presidente della Repubblica

Ministro delle finanze
Durata mandato4 maggio 1993 –
10 maggio 1994
Capo del governoCarlo Azeglio Ciampi
PredecessoreVincenzo Visco
SuccessoreGiulio Tremonti

Dati generali
Partito politicoIndipendente
Titolo di studioLaurea in Giurisprudenza
UniversitàLUISS "Guido Carli"

Franco Gallo (Roma, 23 aprile 1937) è un giurista italiano, trentaseiesimo presidente della Corte costituzionale della Repubblica Italiana dal 29 gennaio al 16 settembre 2013, dopo esserne stato vicepresidente dal 6 dicembre 2011.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato a Roma da genitori originari di Floridia (Sicilia), dopo essersi Laureato in Giurisprudenza presso l'Università di Roma La Sapienza è stato docente di Diritto Tributario presso la Facoltà di Giurisprudenza dell'Università LUISS e dell'Università di Roma Tor Vergata e ha insegnato anche nella Facoltà di Scienze Politiche dell'Università Federico II di Napoli.

Ha ricoperto il ruolo di Ministro delle finanze nel Governo Ciampi. Era uno dei quattro ministri "tecnici" (non provenienti dai partiti) di quell'esecutivo. L'iniziativa per cui è ricordato il suo incarico da ministro, principalmente, fu la forte semplificazione dei moduli della dichiarazione dei redditi. Durante il suo ministero furono introdotti anche per la prima volta gli studi di settore, ovvero quegli strumenti con cui il fisco “stima” i redditi di liberi professionisti e lavoratori autonomi. È considerato uno dei massimi esperti italiani in materia fiscale.

È membro della Fondazione Italia USA e dell'Accademia dei Lincei[1].

È stato nominato giudice costituzionale dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi il 14 settembre 2004 e ha giurato il 16 settembre 2004. Il 6 dicembre 2011 è stato nominato vicepresidente della Corte costituzionale dal presidente Alfonso Quaranta.

Il 29 gennaio 2013 è stato eletto Presidente della Corte costituzionale della Repubblica italiana subentrando ad Alfonso Quaranta.[2] All'epoca della sua nomina ci fu una piccola polemica in seguito alla stessa, perché alcuni esponenti politici, giornalisti e giuristi sottolinearono che ancora una volta si era scelto un presidente che sarebbe rimasto in carica solo pochi mesi prima della scadenza del mandato (nel caso di Gallo, nel settembre 2013).

Nella conferenza straordinaria sull'attività 2012 della Consulta, nell'aprile 2013, il presidente Gallo ha sollecitato il Parlamento a riconoscere i diritti delle coppie omosessuali.[3] Conclude il suo mandato nel settembre 2013.

Il 16 febbraio 2014 è nominato presidente dell'Istituto dell'Enciclopedia Italiana.[4]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Accademia Nazionale dei Lincei, su positivamente.lincei.it. URL consultato il 4 ottobre 2009 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  2. ^ Franco Gallo nuovo presidente della Corte costituzionale, su it.reuters.com. URL consultato il 1º maggio 2019 (archiviato dall'url originale il 10 luglio 2018).
  3. ^ Il Fatto quotidiano - Gallo (Consulta): Riconoscere i diritti dei gay sollecita le camere per avere una legge
  4. ^ Treccani, Franco Gallo è il nuovo presidente: ministro con Ciampi, arriva dalla Consulta
  5. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Ministro delle finanze della Repubblica Italiana Successore
Vincenzo Visco dal 4 maggio 1993 al 10 maggio 1994
(Governo Ciampi)
Giulio Tremonti
Controllo di autoritàVIAF (EN266139385 · ISNI (EN0000 0000 4918 602X · SBN TO0V042769 · LCCN (ENn81032117 · GND (DE171441842 · BNF (FRcb14555541s (data) · WorldCat Identities (ENlccn-n81032117